Gaza | Mustafa Barghouti: Oltre la tregua, la lotta per la libertà e la fine dell’occupazione
Poco prima della tregua, a Gaza, si sono registrate 21 vittime secondo il Ministero della Salute palestinese, con 96 feriti portati negli ospedali. Tra le vittime figurano 2 persone uccise mentre tentavano di accedere agli aiuti umanitari, colpite da colpi d'arma da fuoco e bombardamenti israeliani. Le morti portano il bilancio totale delle vittime dal 7 ottobre 2023 a 67.160 palestinesi uccisi e 169.679 feriti. Dal ripristino delle ostilità il 18 marzo 2025, dopo la rottura del cessate il fuoco, sono state registrate 13.568 vittime e 57.638 feriti. Il numero di coloro che cercavano aiuti umanitari e sono stati uccisi negli attacchi è salito a 2.610 morti, con oltre 19.000 feriti. Mustafa Barghouti dell'Iniziativa Nazionale Palestinese ha sottolineato che la lotta va oltre la sola fine del conflitto. Gli Stati Uniti, garanti dell'accordo di pace su Gaza, devono assicurarsi che Israele non riprenda la guerra una volta ottenuti i propri prigionieri da Hamas. Barghouti ha detto che il ritiro delle truppe può avvenire per fasi, ma Israele non può mantenere alcun punto di occupazione dentro Gaza e deve rinunciare all’idea di controllare il 25% del territorio. Con il 92% di Gaza distrutto, i palestinesi hanno bisogno di ogni pezzo di terra per ricostruire le loro vite. La mobilitazione internazionale a sostegno della causa palestinese deve proseguire anche dopo la fine delle ostilità, puntando alla libertà del popolo palestinese e alla fine dell’occupazione israeliana. In contemporanea il presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, affrontando gli sviluppi in Medio Oriente e il piano di normalizzazione proposto da Trump. Putin ha riaffermato il sostegno di Mosca a uno stato palestinese indipendente come elemento chiave per la pace regionale. Le Nazioni Unite hanno dichiarato di essere pronte a intensificare l'aiuto umanitario a Gaza non appena riceveranno il via libera dai negoziatori. Sono già pronti migliaia di tonnellate di aiuti da Giordania, porto israeliano di Ashdod e altre fonti. Nel frattempo Greta Thunberg è giunta ad Atene, insieme a 160 nazionali da 16 Paesi europei espulsi da Israele dopo aver partecipato a una flottiglia umanitaria per Gaza. All'aeroporto, gli attivisti l’hanno accolta sotto una grande bandiera palestinese con canti per la libertà di Palestina e in sostegno alla flottiglia. Thunberg ha definito la Missione "il più grande tentativo di rompere l'assedio illegale e disumano di Israele via mare" e ha condannato il "genocidio" dei palestinesi, denunciando l’assenza di azioni concrete da parte dei governi. Una maggioranza degli israeliani, secondo sondaggi recenti, è stanca della guerra che dura da due anni e desidera che il conflitto finisca. La delegazione israeliana ai colloqui include alti funzionari di sicurezza, tra cui il ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer, che è un alleato stretto di Netanyahu. La pressione americana sul processo è aumentata sensibilmente, con Trump che ha avvertito delle conseguenze gravi in caso di mancato accordo.
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