Indennità parlamentari: il Tribunale UE annulla la decisione del Parlamento di rifiutare all'ex vicepresidente Eva Kaili l'accesso a determinati documenti
Nel corso di un'indagine sulla gestione delle indennità parlamentari, la Procura europea aveva chiesto alla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di revocare l'immunità parlamentare della vicepresidente, Eva Kaili. La Presidente decise di sottoporre il caso alla Commissione giuridica e l’On. Kaili ha quindi chiesto al Tribunale dell'Unione europea di annullare sia la domanda della Procura europea sia la decisione del Presidente del Parlamento. Nell’ambito della causa, l’On. Kaili chiese poi al Parlamento l'accesso ai documenti relativi a tutti i casi di irregolarità nella gestione da parte dei deputati europei delle indennità relative agli assistenti parlamentari accreditati, richiesta alla quale il Parlamento rispose negativamente, sostenendo che tale accesso avrebbe pregiudicato la tutela del procedimento giudiziario nella causa dinanzi al Tribunale di primo grado. Il Tribunale di primo grado ha annullato stamane la decisione del Parlamento, partendo dal presupposto che i documenti richiesti, che riguardavano le attività amministrative del Parlamento, non erano stati redatti ai fini del procedimento e non contenevano posizioni interne del Parlamento relative a tale causa. Inoltre, scrivono i giudici europei nella sentenza di oggi, nei documenti richiesti dalla Vicepresidente - poi coinvolta nello scandalo Quatargate (ndr) - il Parlamento ha esaminato le irregolarità nella gestione effettiva da parte degli eurodeputati delle indennità relative agli assistenti parlamentari accreditati e la loro divulgazione non pregiudicherebbe la corretta amministrazione della giustizia.
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