India, il dirigente del Congresso nazionale indiano Rahul Gandhi è stato scelto leader dell’opposizione
Il dirigente del Congresso nazionale indiano Rahul Gandhi è stato scelto oggi, 8 giugno, leader dell’opposizione in parlamento dopo le elezioni di quest’anno. Lo ha annunciato in conferenza stampa un altro esponente di spicco della forza politica, K.C. Venugopal, al termine di una riunione del comitato esecutivo del Congresso, che secondo i risultati del voto annunciati lo scorso 4 giugno ha incrementato da 52 a 99 il numero dei seggi controllati alla Lok Sabha, la camera bassa del parlamento indiano. Gandhi, scelto all’unanimità dai colleghi di partito, andrà a ricoprire un ruolo che era privo di titolare dal 2014. “Tutti i partecipanti all’unanimità hanno approvato una risoluzione secondo cui Rahul Gandhi dovrà assumere l’incarico di leader dell’opposizione in parlamento”, ha spiegato Venugopal. La nomina verrà comunque sottoposta nelle prossime ore alle altre forze politiche che fanno parte della coalizione di opposizione India. Discendente della famiglia che più di ogni altra ha dominato la vita politica indiana dopo l’indipendenza dal Regno Unito, Rahul Gandhi ha 53 anni ed è stato recentemente al centro di un caso giudiziario che, secondo l’opposizione, era motivato da scopi politici con l’obiettivo di favorire il primo ministro Narendra Modi, leader del Partito del popolo indiano (Bjp), che presterà giuramento domani per un terzo mandato alla guida del governo indiano. Nel marzo 2023, infatti, Gandhi è stato condannato a due anni di carcere per diffamazione, sentenza a seguito della quale ha anche perduto temporaneamente il proprio seggio parlamentare. Nell’agosto successivo, tuttavia, la Corte suprema ha sospeso la condanna consentendogli di tornare in aula. I regolamenti parlamentari in India prevedono che il leader dell’opposizione sia espressione di un partito che controlli almeno il 10 per cento dei seggi della Lok Sabha, che ne conta complessivamente 543. Negli ultimi due anni il ruolo era rimasto vacante perché il Congresso nazionale indiano non aveva mai raggiunto quella soglia. Il voto del parlamento sulla nomina di Gandhi dovrebbe avvenire già la prossima settimana. Alle ultime elezioni Rahul Gandhi ha vinto in entrambi i collegi in cui si è presentato nelle elezioni per la Camera del popolo: a Wayanad, nello Stato del Kerala, e a Raebareli, nell’Uttar Pradesh. A Wayanad, dove era stato eletto nel 2019, si è confermato superando di oltre 364 mila voti la candidata del Partito comunista (Cpi), Annie Raja. A Raebareli si è imposto su Dinesh Pratap Singh, esponente del Partito del popolo indiano (Bjp), con un distacco di più di 390 mila voti. La candidatura del leader di fatto del Congresso a Raebareli era stata accolta con scherno dal Bjp, essendo il collegio una roccaforte della dinastia politica Nehru-Gandhi, rappresentato fino a poco tempo da Sonia Gandhi, vedova di Rajiv e madre di Rahul, recentemente eletta al Consiglio degli Stati, la camera alta. Prima di lei sono stati eletti nella stessa circoscrizione anche Feroze Gandhi (marito di Indira), Indira Gandhi e altri esponenti della famiglia, come Arun Nehru e Shiela Kaul. “Il popolo indiano ha salvato la Costituzione e la democrazia. La popolazione indigente e povera del Paese si è schierata con l’India per proteggere i propri diritti. Congratulazioni a tutti i partner dell’alleanza e ai leoni lavoratori del Congresso”, ha scritto Rahul Gandhi sul social network X, quando era ancora in corso lo scrutinio. Il politico ha tenuto una conferenza stampa a Nuova Delhi insieme al presidente del Congresso, Mallikarjun Kharge, in cui ha dichiarato che gli elettori hanno mandato un messaggio al primo ministro, Narendra Modi, mostrando di non apprezzare gli “attacchi” alla Costituzione.
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