Israele-Iran, Netanyahu: 'L’uccisione di Khamenei porrebbe fine alla guerra'
L’uccisione della guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, “porrebbe fine alla guerra”. Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata all’emittente statunitense “Abc”, commentando la notizia secondo cui il presidente Usa Donald Trump avrebbe posto il veto sull’assassinio di Khamenei. Alla domanda se Israele stia pianificando di assassinare la guida suprema iraniana, Netanyahu ha risposto: “Faremo ciò che è necessario”. “Abbiamo avuto mezzo secolo di conflitti diffusi da questo regime che terrorizza tutti in Medio Oriente. Ha bombardato i giacimenti petroliferi di Aramco in Arabia Saudita, sta diffondendo terrorismo, sovversione e sabotaggio ovunque”, ha inoltre affermato il premier israeliano. “L’Iran vorrebbe una guerra infinita, e ci sta portando sull’orlo di una guerra nucleare. In realtà, ciò che Israele sta facendo è impedirlo, porre fine a questa aggressione. Possiamo farlo solo opponendoci alle forze del male”, ha aggiunto Netanyahu.
L’Iran ha lanciato nella notte un attacco missilistico che ha preso di mira le zone di Haifa e Tel Aviv, in Israele, provocando otto morti, il bilancio più pesante dall’inizio delle ostilità lo scorso giovedì da parte dello Stato ebraico. Due di loro sono stati uccisi mentre si trovavano nella stanza di sicurezza del proprio appartamento. Secondo il governo israeliano la Repubblica islamica ha lanciato finora circa 350 missili balistici, la maggior parte dei quali intercettati, dal 13 giugno. Si contano al momento 24 morti e 592 feriti, dieci dei quali in condizioni gravi. Da parte iraniana, il ministero della Sanità ha fatto sapere che gli attacchi israeliani hanno causato 224 morti 1.200 feriti, anche se alcune Ong stimano la cifra dei deceduti a quasi il doppio.
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