Mali, l’esercito ha preso il controllo della miniera d’oro di Intahaka
L’esercito maliano e i combattenti russi ex Wagner hanno preso il controllo della miniera d’oro di Intahaka, un vasto sito artigianale di ricerca dell’oro situato nel comune centrale di N’Tillit, a circa 80 chilometri da Gao e al confine con il Burkina Faso. Secondo quanto riferito da fonti citate dall’emittente “Rfi”, i militari e gli ex Wagner – ora rinominati Africa Corps – sono arrivati nel sito venerdì scorso, 9 febbraio, in elicottero. Altre fonti, soprattutto tra i ribelli del Csp (Quadro strategico permanente), assicurano che i mercenari ex Wagner sarebbero giunti soprattutto per trarre profitto dalla miniera, requisendo grossi quantitativi d’oro e d’argento. Un fatto che preannuncerebbe, se non il suo sfruttamento diretto, almeno la futura riscossione delle tasse da parte del gruppo paramilitare russo. Intahaka è la più grande miniera d’oro artigianale nel nord del Mali. Da circa sei anni vi lavorano migliaia di cercatori d’oro provenienti da tutto il Paese ma anche dal Sudan, dal Ciad e dal Niger. La miniera è contesa da anni dai diversi gruppi armati che si spartiscono il territorio: dai ribelli del Csp ai jihadisti del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), legati ad al Qaeda. Secondo dati ufficiali maliani, le miniere artigianali del Paese producono almeno 26 tonnellate di oro ogni anno, una stima necessariamente molto sottostimata, perché non tiene conto dei siti controllati, appunto, dai gruppi armati nel nord. Fonti civili e di sicurezza locali assicurano che l’obiettivo del dispiegamento degli ex Wagner a Intahaka è quello di proteggere il sito e impedire che gruppi armati non statali traggano vantaggio dal suo sfruttamento. Nella Repubblica Centrafricana e in Sudan l’attività mineraria è una fonte di reddito nota e ampiamente documentata per il gruppo Wagner. Ad oggi questo modello non è stato replicato in Mali dove gli “ausiliari” dell’esercito – come vengono definitivi i paramilitari russi dalle autorità maliane – sono finanziati dallo Stato maliano.
Qual è la tua reazione a questa notizia?