Nuova tecnologia sperimentale per salvare i delfini nel Golfo di Biscaglia

Feb 4, 2025 - 00:41
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Nuova tecnologia sperimentale per salvare i delfini nel Golfo di Biscaglia

Nella parte francese del Golfo di Biscaglia, una delle zone di pesca più ricche d'Europa, migliaia di delfini muoiono ogni anno dopo essere rimasti accidentalmente impigliati nelle reti da pesca.

In media, ogni inverno vengono trovati circa mille delfini spiaggiati. Ma secondo le analisi dell'osservatorio PELAGIS, riportate da Bastien Mérigot, coordinatore del progetto DolphinFree, si stima che la mortalità totale sia molto più alta, con 4.500-8.500 delfini impigliati nelle reti da pesca ogni anno. Molti delfini che soffocano nelle reti non riescono mai a raggiungere la riva: affondano senza essere visti, lasciando i ricercatori alle prese con dati incompleti sulla portata del problema.

Queste perdite non solo minano gli ecosistemi marini, ma compromettono anche il sostentamento dei pescatori che dipendono da queste acque. Per il secondo inverno consecutivo, le autorità hanno imposto un mese di chiusura della pesca per ridurre i rischi per i delfini. Nel frattempo, diversi progetti di ricerca europei sono alla ricerca di soluzioni tecnologiche innovative che possano proteggere la vita marina senza fermare del tutto la pesca. 

Per affrontare la crisi del Golfo di Biscaglia, il progetto DolphinFree, finanziato dall'Unione europea e dall'associazione del settore della pesca "France Filière Pêche", sta sperimentando un nuovo approccio: un segnalatore acustico per le reti da pesca, progettato per integrarsi con la comunicazione naturale dei delfini basata sul sonar. Questo dispositivo emette segnali che imitano i modelli di eco su cui si basano i delfini per orientarsi nell'ambiente circostante. Creando un'immagine acustica di pericolo, un'eco registrata di una rete da pesca con un delfino morto impigliato, il segnalatore induce i delfini a evitare la zona.

I primi test condotti dagli scienziati mostrano risultati promettenti. I delfini reagiscono al segnale del segnalatore allontanandosi dall'area in cui viene emesso il suono. Tuttavia, affinché questa tecnologia venga adottata ufficialmente, è necessario che si dimostri efficace in prove su larga scala a bordo di pescherecci professionali.

I pescatori suggeriscono che i dispositivi di segnalazione devono essere ridimensionati per adattarsi meglio agli attrezzi da pesca. I dispositivi devono rimanere accessibili anche ai pescatori che operano con reti lunghe decine di chilometri. I segnalatori richiedono inoltre una manutenzione e una ricarica regolari, che si aggiungono al carico di lavoro di equipaggi già sovraccarichi.

Le prove in corso di DolphinFree e di un'altra soluzione elettronica selezionata dal governo francese si svolgeranno per tutto il 2026 su oltre 200 pescherecci, con l'obiettivo di perfezionare la tecnologia e fare in modo che soddisfi le esigenze dei pescatori, raggiungendo l'obiettivo di una riduzione del 30-40% della morte dei delfini e magari evitando future chiusure delle attività di pesca invernali. 

I delfini non sono le uniche vittime delle catture accidentali nella pesca. A livello globale, si stima che il 40% di tutte le catture di pesce sia costituito da catture accessorie, ovvero specie marine catturate involontariamente. Si tratta di pesci giovani o protetti e di altre specie, come tartarughe e uccelli marini. Spesso questi animali vengono semplicemente rigettati in mare, molti dei quali morti o moribondi, il che contribuisce a creare un'enorme quantità di rifiuti e danni ecologici evitabili.

Le reti a strascico, ampiamente utilizzate nella pesca commerciale, sono particolarmente problematiche. Queste grandi reti mobili spazzano via tutto ciò che incontrano, intrappolando le specie in modo indiscriminato. Le flotte pescherecce sono sottoposte a un crescente controllo per quanto riguarda l'impatto ambientale delle loro pratiche, con una crescente richiesta di metodi di pesca più selettivi. 

Per affrontare il problema delle catture accessorie alla fonte, il progetto Marine Beacon, un'altra iniziativa finanziata dall'UE, sta sviluppando una rete a strascico intelligente basata sull’IA. Si basa sul concetto di "Game of Trawls" creato dall'istituto IFREMER di Lorient, in Francia.

A differenza delle reti tradizionali, la rete a strascico intelligente utilizza telecamere subacquee e algoritmi di apprendimento automatico per identificare e classificare le catture in tempo reale. Il sistema è in grado di distinguere tra le specie bersaglio e le specie marine non bersaglio, attivando una via di fuga automatica per le catture indesiderate. Secondo il biologo marino Robin Faillettaz, che dirige il lavoro all'IFREMER, questa "selettività attiva" può offrire un "cambiamento di paradigma" nel modo in cui vengono condotte le operazioni di pesca.

Nei test di laboratorio, la rete a strascico intelligente ha dimostrato la sua capacità di identificare le specie ittiche su una registrazione video e di controllare la botola per far scappare il pescato o tenerlo nella rete. La prossima sfida consiste nell'adattare questa tecnologia all'uso su grandi navi commerciali. Gli ingegneri devono assicurarsi che il sistema sia abbastanza robusto da resistere alle difficili condizioni oceaniche, compatto e leggero da non ostacolare le operazioni e facile da usare, in modo che i pescatori possano integrarlo perfettamente nella loro routine quotidiana. L'obiettivo è che l'apparecchiatura sia utilizzabile in pochi minuti e affidabile se usata in ambienti difficili.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv