Papa Francesco è stato costretto ad annullare il viaggio che lo avrebbe portato a Dubai
Papa Francesco è stato costretto ad annullare il viaggio che lo avrebbe portato a Dubai, da venerdì a domenica, per la Cop28 . Lo stato influenzale, la tosse e l’infiammazione ai polmoni in un uomo che ha avuto una polmonite a fine marzo e fra una ventina di giorni compirà 87 anni: chi lo ha in cura gli ha spiegato che non era il caso e, «pur essendo migliorato il quadro clinico generale», gli ha chiesto di rinunciare. Così Bergoglio «ha accolto con grande rammarico la richiesta dei medici», ha fatto sapere in serata il portavoce vaticano, Matteo Bruni. Fino all’ultimo Francesco ha sperato di poter andare, sarebbe stato il primo Papa alla Conferenza sui cambiamenti climatici, uno dei temi principali del suo pontificato: il 4 ottobre ha pubblicato l’esortazione «Laudate Deum» come un compimento dell’enciclica «Laudato si’» del 2015 sulla cura del creato, e si preparava ancora una volta a contrastare i negazionismi e la «falsa informazione» interessata a negare la responsabilità dell’uomo nel cambiamento climatico che sta portando il pianeta al «punto di non ritorno». Il Vaticano fa sapere che resta «la volontà del Papa e della Santa Sede di essere parte delle discussioni» e si stanno studiando «modalità diverse», magari un collegamento da remoto o l’intervento di un suo rappresentante. In ogni caso si rassicura: Francesco continua a lavorare e mercoledì terrà come al solito l’udienza generale. Martedì, del resto, ha mantenuto gli impegni e incontrato tra l’altro i vescovi spagnoli e un gruppo di vittime francesi di abusi. Nel frattempo tutto era pronto per Dubai, in mattinata era stato presentato il programma del viaggio ai giornalisti di tutto il mondo. Sabato Francesco si era sottoposto ad una Tac che aveva escluso una polmonite ma mostrava una infiammazione polmonare con relative «difficoltà respiratorie». Domenica aveva recitato l’Angelus in collegamento dalla Cappella di Santa Marta, «oggi non posso affacciarmi dalla finestra perché ho questo problema di infiammazione ai polmoni», aveva spiegato, seduto accanto a monsignor Paolo Braida che aveva letto al posto suo la catechesi che precede la preghiera e l’appello finale. Francesco tossiva, alla mano destra era visibile il cerotto a coprire l’ago cannula per l’«infusione di terapia antibiotica per via endovenosa». Martedì mattina si spiegava che le condizioni di Francesco erano «buone e stazionarie», il Papa non aveva febbre e «la situazione respiratoria è in netto miglioramento». Ma i viaggi sono sempre faticosi e alla fine ha prevalso la prudenza. Già l’anno scorso, a giugno, era stato costretto ad annullare all’ultimo momento, per i problemi al ginocchio, il viaggio in Congo e Sud Sudan, poi compiuto a gennaio.
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