Per Cospito la Direzione Antiterrorismo è favorevole a revoca del 41 bis
Nell'udienza di oggi presso il tribunale di sorveglianza a Roma, la Dnaa - direzione nazionale Antiterrorismo e Antimafia - ha espresso parere favorevole alla revoca del regime del 41bis, a carica di Alfredo Cospito, l'anarchico condannato a 23 anni per un attentato (senza vittime) ad una scuola dei Carabinieri e per la gambizzazione di un dirigente Ansaldo. A comunicarlo alla stampa il suo avvocato difensore, l'avvocato Flavio Rossi Albertini. Cospito è tutt'ora sottoposto al regime di carcere duro detto del “41 bis”, dal numero dell'articolo della legge Gozzini che lo ha istituito, e che prevede l'isolamento totale, sorveglianza costante, forti limiti alle comunicazioni e ai colloqui.
All'inizio di quest'anno le proteste per il regime a cui è sottoposto, con lo stesso Cospito che ha condotto (e poi interrotto) un lungo sciopero della fame per chiedere la modifica della sua detenzione. Nella memoria depositata dagli avvocati Flavio Rossi Albertini Rossi e Margherita Pelazza si sottolineava come sia cambiata la sua condizione. Anche in considerazione della sentenza della Consulta che ha dichiarato la prevalenza delle attenuanti nei confronti della recidiva per i reati per i quali e' previsto l'ergastolo. Una decisione che, insieme alla valutazione della "lieve entita' compiuta" dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino sull'attentato alla scuola allievi carabinieri nel Piemonte, "ridimensiona, depotenziandola notevolmente, l'enfatizzazione della figura del Cospito, dello spessore e della caratura criminale". Inoltre, è il ragionamento dei legali, se "il presupposto del 41 bis e' stato espressamente individuato nella necessita' di interrompere l'attivita' comunicativa dello stesso, al fine di sanzionare l'istigazione ravvisata nel suo contenuto" va tenuto conto che “per due volte il Tribunale del Riesame ha escluso che le esternazioni del Cospito siano idonee ad istigare o che le stesse rappresentino indicazioni idonee ad indirizzare i soggetti presenti all'esterno a determinarsi a specifiche condotte criminose, ritenendo al contrario che le medesime si sostanzino nella manifestazione del pensiero politico del suo autore”.
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