Repubblica Ceca: Babis cerca una coalizione con l’estrema destra ma la trattativa potrebbe costare cara

Ott 8, 2025 - 06:35
Ott 7, 2025 - 07:48
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Repubblica Ceca: Babis cerca una coalizione con l’estrema destra ma la trattativa potrebbe costare cara

È probabile che il prossimo governo della Repubblica Ceca sarà sostenuto da una coalizione tripartita composta da Azione dei cittadini insoddisfatti (Ano), Libertà e democrazia diretta (Spd) e Motoristé sobe (Auto). Ciò è emerso dal primo turno di consultazioni che il presidente della Repubblica Petr Pavel ha condotto dopo le elezioni parlamentari del 3 e 4 ottobre. Sia l’Spd, sia Motoristé intendono unirsi alla squadra di governo e non semplicemente fornire appoggio esterno a un esecutivo di minoranza. “C’è chi punterà maggiormente sugli esperti, chi sui politici eletti in Parlamento, o forse su volti noti dei loro partiti. Ma questo è tutto oggetto delle trattative”, ha spiegato il presidente Pavel a proposito dei probabili nomi del futuro governo. Il capo dello Stato ha indicato la necessità che la formazione di un nuovo esecutivo proceda in parallelo al subentro di una nuova Camera dei deputati ma ha spiegato – e le forze parlamentari sono d’accordo – che non c’è nessun desiderio di essere affrettati. Il partito dell’ex primo ministro Andrej Babis, Ano, ha ottenuto la vittoria alle elezioni di venerdì e sabato, conquistando il 34,5 per cento dei voti. La coalizione Spolu, guidata dall’attuale premier Petr Fiala, si è fermata invece a un deludente 23,4 per cento. Hanno ottenuto risultati secondo le aspettative sia Sindaci e indipendenti (Stan; 11,1 per cento), membro della maggioranza, sia il Partito pirata (8,7 per cento), che ha fatto parte della coalizione fino al 2024. Sotto le attese, invece, l’estrema destra dell’Spd, che peggiora il risultato di quattro anni fa e si ferma al 7,8 per cento. Entrano in Parlamento anche i populisti antiambientalisti di Motoristé (6,8 per cento). Per Babis si tratta di un trionfo, ma formare un governo non sarà facile. Alla Camera la maggioranza è di 101 seggi e Ano ne conterà 80. Una coalizione con l’Spd (15 seggi) e Motoristé (13) è l’ipotesi più percorribile – stante la chiusura degli altri partiti a un’alleanza con la formazione dell’ex capo del governo – ma nient’affatto semplice. L’Spd e Motoristé, infatti, hanno posizioni decisamente radicali. Babis ha fatto campagna elettorale promettendo prosperità, aumenti salariali, miglioramenti dei servizi sociali e sanitari, ma Motoristé ha un programma di tagli radicali alla spesa pubblica “alla Trump” ed è difficile immaginare quale può essere il punto di incontro tra le due opposte tensioni. Similmente, Babis ha fatto campagna elettorale invocando l’abolizione del Sistema europeo di scambio delle emissioni (Eu Ets) o del Patto Ue sulle migrazioni e l’asilo, ma l’Spd si è spinto oltre, chiedendo senza mezzi termini un referendum sull’appartenenza del Paese all’Ue e alla Nato. Pertanto, è complicato divinare quale sarà il prezzo politico che Babis dovrà pagare per ottenere che si formi una coalizione. Prima delle elezioni, il presidente Pavel è stato perentorio, preannunciando che si rifiuterà di approvare la nomina di ministri apertamente anti Ue. Durante le consultazioni con il capo dello Stato, Babis ha cercato di rassicurarlo ricordando di essere già stato primo ministro, e che quindi il suo orientamento filo-occidentale dovrebbe essere chiaro. Se alla fine si dovesse approdare a una coalizione tripartita, è plausibile che questa si riveli abbastanza fragile, il che si riverbererebbe sulla capacità del governo di intraprendere le riforme necessarie o tenere i conti in ordine. Infine, alcuni commentatori evidenziano che questa debolezza dovrebbe rassicurare paradossalmente chi ha timori per la qualità della democrazia e per l’orientamento occidentale della politica estera della Repubblica Ceca. Un esecutivo debole, infatti, faticherebbe a intraprendere le azioni necessarie a trasformare la Repubblica Ceca in qualcosa di simile all’Ungheria di Viktor Orban o alla Slovacchia di Robert Fico.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv