Romania: la Procura generale indaga su Georgescu, insorgono l’estrema destra ed Elon Musk

Continuano i colpi di scena in Romania legati alle elezioni presidenziali e alla candidatura di Calin Georgescu, noto per i suoi legami con l’estrema destra. Dopo essere stato fermato mercoledì mattina dalla polizia ed essere stato portato alla Procura generale per un interrogatorio in merito all’influenza straniera nel voto per le presidenziali dello scorso novembre, Georgescu è stato rilasciato dopo circa 5 ore, venendo formalmente accusato di una serie di reati, tra cui azioni contro l’ordine costituzionale, la creazione di un’organizzazione fascista, razzista o xenofoba o la promozione del culto di persone colpevoli di crimini di genocidio. Georgescu è inoltre stato posto sotto controllo giudiziario per 60 giorni, durante i quali gli sarà vietato di lasciare il Paese e creare account sui social network, nonché portare armi. Il candidato alla presidenza non potrà inoltre contattare gli altri imputati nel caso. Tra gli indagati figura anche Horatiu Potra, considerato vicino a Georgescu e leader di un gruppo di mercenari operante in Africa.
Gli investigatori hanno condotto decine di perquisizioni in cinque province della Romania: proprio questa mattina gli agenti di polizia si sono recati presso la residenza di Georgescu, nella contesa di Ilfov, effettuando controlli nell’ambito del protocollo giudiziario a cui è stato sottoposto il candidato alla presidenza. “Vorremmo chiarire che i controlli sono stati effettuati con il consenso della persona interessata, in un momento concordato reciprocamente dalla persona in questione e dagli ufficiali di polizia che supervisionano il rispetto delle misure ordinate dal controllo giudiziario”, hanno spiegato le forze dell’ordine locali in un comunicato stampa.
Quanto accaduto tra ieri e oggi ha suscitato la reazione di vari esponenti dell’estrema destra nazionale nonché di Elon Musk, che su X ha denunciato “l’arresto” di Georgescu. “Hanno appena arrestato la persona che ha ottenuto più voti alle elezioni presidenziali romene. È sbagliato”, ha scritto Musk in un post. Già la scorsa settimana l’imprenditore di origine sudafricana e stretto alleato del presidente statunitense Donald Trump aveva pubblicato un messaggio in cui affermava che “Soros e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid)” stavano “minando la democrazia in Romania” e aveva persino definito il presidente del Corte Costituzionale romena, Marian Enache, un “tiranno”, per l’annullamento delle elezioni presidenziali dell’autunno 2024. Anche il vicepresidente Usa, James David Vance, aveva espresso un duro parere verso le istituzioni romene, accusandole di “cancellare le elezioni a causa dei risultati non graditi”, ed estendendo a tutta l’Europa l’accusa di non condividere i valori democratici.
Da parte sua, Georgescu ha reagito alle decisioni della magistratura scrivendo sui social che “il sistema comunista bolscevico continua i suoi atroci abusi”. “Stanno cercando di inventare prove per giustificare il furto delle elezioni e di fare qualsiasi cosa sia possibile per bloccare una mia nuova candidatura”, ha aggiunto. Intanto mercoledì circa 100 sostenitori di Georgescu si sono radunati per protestare fuori dalla sede della Procura generale a Bucarest, con la presenza di esponenti delle formazioni di estrema destra Aur e Sos Romania.
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