All’ospedale San Donà di Piave di Venezia un corso di sopravvivenza per la sala parto
Chi l’ha detto che tutto quanto accade in sala parto nel momento della nascita di un bambino debbano viverlo solo le neo mamme? All’ospedale San Donà di Piave di Venezia c’è chi ha pensato anche ai futuri papà, organizzando per loro un vero e proprio ‘corso di sopravvivenza’. “Non è ovviamente una presa in giro- spiega all’agenzia Dire il direttore della ostetricia dell’Ulss4, Marika Soldà– ma di incontri con cui vogliamo dare ai futuri papà una vera e propria ‘cassetta degli attrezzi’ per orientarli nelle fasi più particolari e concitate della nascita del proprio bambino: dalla gestione delle emozioni agli eventi in sala travaglio, fino al momento del parto, senza trascurare la gestione delle giornate del ricovero successive al parto e del rientro a casa. Il nostro compito è quello di ascoltare le loro domande e le loro curiosità”. “Nascere, è ricevere tutto un universo in regalo”, scrive lo scrittore norvegese Jostein Gaarder. Un regalo che inizia proprio in sala parto. Un’idea, quella del nosocomio veneto, nata inizialmente per gioco. “A marzo dello scorso anno- racconta Soldà- eravamo vicini alla festa del papà e in sala parto, con la coordinatrice delle ostetriche, la dottoressa Stefania Rossi, abbiamo pensato di organizzare qualcosa proprio per i padri, anche considerando che nel corso degli anni il loro ruolo in sala parto è cambiato: da semplice osservatori oggi hanno una parte attiva e concreta, soprattutto nel dare un sostegno importante alla compagna o alla moglie che sta per partorire”. Un corso di sopravvivenza nato per gioco ma con un obiettivo ben preciso, quello del controllo emozioni in un momento bello, unico come la nascita di un figlio ma, allo stesso tempo, estremamente delicato. “D’altronde- sottolinea Soldà- i nostri incontri consistono nel percorrere insieme ai futuri papà, che partecipano da soli ma anche in coppia, un percorso lungo tutto quello che accade in sala parto, fornendo loro strumenti di conoscenza di quanto accade in sala parto nel momento in cui la donna si ricovera per partorire. Il corso, infatti, nasce proprio per dare consapevolezza ai compagni e ai mariti”. “I papà che vogliono essere al fianco delle donne- evidenzia poi- vengono dunque educati al controllo delle emozioni, viene insegnato loro come muoversi e cosa fare per essere attivi in quel preciso momento. Avere la consapevolezza di come muoversi consente loro di affrontare le cose in maniera diversa ed è di aiuto anche a noi. La consapevolezza fa sì che il papà diventi infatti complice dell’ostetrica e del medico che seguono la partoriente“. Il corso, che si tiene il sabato mattina e dura circa tre ore, si svolge anche grazie all’utilizzo di immagini della sala parto. Non sono mancati episodi singolari. “Nella prima edizione- ricorda- stavamo parlando in maniera molto generale del parto, ma non avevamo fatto alcun riferimento, ad esempio, all’uso del bisturi: nonostante questo un papà è svenuto. Non so se poi abbia poi deciso di essere al fianco della moglie nel momento della nascita del loro bimbo”. Fortunatamente durante il corso non si perdono sempre i sensi. Anzi, questi incontri sono spesso l’occasione per dare una risposta alle tante domande che si affollano nella mente di chi diventerà presto padre. “Molte riguardano la semplice gestione del momento e che noi, a volte, diamo per scontato. I futuri papà ci chiedono, ad esempio, se si possono allontanare per bere un caffè, se possono accarezzare la moglie o se gli è permesso di toccare il bambino al momento della nascita. I padri diventano autonomi a tutti gli effetti. Senza dimenticare che nel parto è la donna la vera protagonista, i padri che sono stati istruiti sono comunque molto più complici con loro compagna, si crea una complicità di coppia che si percepisce“. Un corso che ha riscosso un grande successo. “Sono numerosi i futuri padri che partecipano e molti provengono anche da altre città vicino Venezia, alcuni anche da fuori regione. Per alcuni corsi abbiamo registrato la presenza di 70 persone, e molti vi prendono parte da soli, senza avere accanto la futura mamma. Il nostro intento è ora quello di somministrare un questionario ai papà, prima e dopo il parto, per valutare tra quelli che hanno partecipato al corso e quelli che invece non l’hanno frequentato, se esistano differenze nell’affrontare l’evento della nascita del piccolo”. “Mi piacerebbe- conclude il direttore della ostetricia dell’Ulss4, Marika Soldà- che questa nostra iniziativa avesse un respiro più ampio, sia a livello regionale che nazionale: credo infatti che in questo momento storico, caratterizzato da denatalità e difficoltà quotidiane, sia fondamentale il sostegno alla donna. E anche i piccoli gesti come quello di un compagno-marito che sono al suo fianco in un momento così importante come il parto possono davvero fare la differenza”.
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