Libano: vice inviata degli Usa Ortagus a Beirut, sul tavolo disarmo di Hezbollah e risoluzione della crisi con Israele

Morgan Ortagus, vice inviata speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, è arrivata in Libano per presentare ai funzionari libanesi la visione di Washington per risolvere la crisi nel Paese. La visita, la seconda da quando ha assunto l’incarico all’interno dell’amministrazione del presidente Donald Trump, si inserisce in un contesto di crescenti tensioni, mentre le Forze di difesa di Israele (Idf) stanno proseguendo gli attacchi contro quelli che definiscono obiettivi del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, nonostante l’accordo per il cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre scorso. Secondo l’intesa inoltre, le Idf avrebbero dovuto ritirarsi dal territorio libanese, contestualmente al dispiegamento delle forze armate libanesi. Nonostante la scadenza per il ritiro sia stata prorogata due volte, le truppe israeliane continuano a occupare cinque postazioni considerate “strategiche” nel sud del Libano, vicino al confine con lo Stato ebraico.
Lo scenario si è ulteriormente complicato dopo che le Idf hanno bombardato per due volte la periferia sud della capitale libanese Beirut che, a differenza di altre zone, non era più stata attaccata dall’entrata in vigore del cessate il fuoco. L’attacco è avvenuto in risposta al lancio di razzi che non hanno causato danni in Israele. Hezbollah ha negato la propria responsabilità, ma le Idf hanno ugualmente colpito i sobborghi meridionali della capitale considerati una roccaforte del movimento sciita. Secondo fonti ufficiali libanesi, l’esercito israeliano avrebbe compiuto oltre 1.500 violazioni del cessate il fuoco con Hezbollah a partire dalla sua entrata in vigore a novembre. Tali attacchi avrebbero causato finora almeno 127 vittime, più della metà delle quali civili.
Secondo indiscrezioni della stampa, il piano Usa che dovrebbe presentare Ortagus prevede tre punti principali: il rilascio dei prigionieri libanesi detenuti da Israele, il ritiro delle truppe dello Stato ebraico dalle cinque postazioni ancora occupate e la delimitazione del confine terrestre tra i due paesi sulla base dell’accordo di armistizio firmato nel 1949. Il 29 marzo Ortagus ha invitato il presidente Joseph Aoun e le autorità libanesi a smettere di accusare Israele per i raid al Libano e a cessare gli attacchi missilistici contro lo Stato ebraico. “Lo Stato libanese deve assumersi la responsabilità e impedire attacchi missilistici su Israele”, ha detto Ortagus all’emittente saudita “Al Arabiya”. La funzionaria ha aggiunto che “non si può dire che Israele stia violando l’accordo di cessate il fuoco”, sottolineando che quando una parte viola la tregua si deve aspettare che l’altra parte reagisca. “Quando i razzi vengono inviati dal Libano a un altro Paese, si tratta di una violazione dell’accordo di cessate il fuoco”, ha insistito Ortagus.
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