Bangladesh, l’ex prima ministra Hasina indagata per un altro caso di omicidio
Sheikh Hasina, ex prima ministra del Bangladesh, è indagata in un altro caso di omicidio: quello di un dodicenne, Jobayed Hossain Imon, ucciso il 19 luglio durante i disordini a Dacca. Insieme all’ex premier sono indagate altre 15 persone. Tra loro gli ex ministri Obaidul Quader (Trasporti), Asaduzzaman Khan (Interno), Anisul Huq (Giustizia), Tajul Islam (Enti locali), Jahangir Kabir Nanak (Industria tessile), Hasan Mahmud (Informazione), l’ex sottosegretario Mohammad Ali Arafat (Informazione), l’ex consigliere per l’industria Salman F. Rahman, l’ex deputato Mostofa Jalal Mohiuddin, l’ex ispettore generale della polizia Chowdhury Abdullah Al Mamun, l’ex ispettore generale aggiunto Mahid Uddin, l’ex commissario della polizia metropolitana di Dacca Habibur Rahman, gli ex commissari aggiunti Harun Or Rashid e Biplob Kumar Sarkar, l’ex direttore generale del Battaglione di azione rapida (Rab) Harun Ar Rashid. Sono nomi che compaiono anche in altre inchieste, così come quello di Hasina, già iscritto precedentemente in altri due fascicoli per omicidio: uno per la morte del proprietario di un supermercato, Abu Sayeed, e l’altro per la morte dello studente Foijul Islam Rajon, entrambi uccisi il 19 luglio a Dacca. Le tre inchieste sono state tutte state disposte dall’Ufficio del magistrato metropolitano di Dacca, in seguito a denunce di parte. Inoltre, il Tribunale per i crimini internazionali (Ict) del Bangladesh ha aperto un’inchiesta su presunti crimini contro l’umanità e atti di genocidio compiuti nel Paese tra il 15 luglio e il 5 agosto registrando come indagati Hasina e altre otto persone, tra cui ex membri del governo ed ex dirigenti della polizia e di altre forze di sicurezza. L’annuncio è stato dato poco dopo la decisione del governo ad interim di affidare all’Ict i processi per gli omicidi avvenuti tra il primo luglio e il 5 agosto, durante le manifestazioni di protesta. Il Tribunale è stato istituito nel 2009, con un emendamento alla legge The International Crimes Tribunals Act (Icta) del 1973, per indagare e perseguire i responsabili dei crimini commessi nel 1971 dall’Esercito del Pakistan e dai suoi collaboratori locali durante la guerra di liberazione del Bangladesh. La Lega popolare bengalese (Al) dell’ex premier Hasina aveva promesso di processare i criminali di guerra durante la campagna elettorale per le elezioni del 2008, nelle quali ottenne una maggioranza parlamentare di oltre due terzi. Nel 2012 furono istituite un secondo tribunale (Ict 2), che tuttavia non è operativo, e una procura. Hasina è indagata anche per sequestro di persona e tortura. La vicenda risale al 2015 e riguarda un avvocato della Corta suprema, Sohel Rana, che ha depositato la denuncia e una richiesta di risarcimento all’Ufficio del magistrato metropolitano di Dacca, per ordine del quale la polizia ha aperto un’inchiesta. Insieme ad Hasina sono state chiamate in causa altre quattro persone, in concorso con ignoti: gli ex ministri Khan e Huq, l’ex ispettore generale di polizia A.K.M. Shahidul Haque e l’ex direttore generale del Battaglione di azione rapida Benazir Ahmed. L’avvocato Rana ha dichiarato di essere stato rapito da un membro delle forze dell’ordine in borghese il 10 febbraio 2015 e di essere stato rinchiuso in diversi luoghi, torturato e rilasciato sei mesi dopo. Hasina si è dimessa ed è fuggita in India il 5 agosto. Il suo governo è caduto dopo settimane di proteste, degenerate in disordini e violenze. Il movimento di contestazione, lanciato inizialmente dagli studenti contro il sistema delle quote riservate nella pubblica amministrazione, si è poi rivolto contro la repressione dei manifestanti e, più in generale, contro l’esecutivo. Il 5 agosto il capo di Stato maggiore dell’Esercito, Waker-uz-Zaman, ha assunto temporaneamente il potere. Il 6 agosto il presidente della Repubblica, Mohammed Shahabuddin, ha sciolto la Casa della Nazione, il parlamento unicamerale, e ha nominato come capo del governo ad interim l’economista e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, che ha prestato giuramento il 9 agosto.
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