Landini (Cgil): 'Il riarmo taglia lo stato sociale'

“La sicurezza non la porta il riarmo, ma il lavoro, i diritti e lo stato sociale”. Per questo Maurizio Landini, per non “perdere di vista” la piazza del Popolo del 15 marzo ispirata da Michele Serra, guarda all’assemblea “per l’Europa, la pace, l’ambiente, i diritti” convocata sabato 29 marzo in casa Cgil come a un “momento politico”, ma senza i partiti. “Le forze politiche – osserva in una intervista a ‘Repubblica’ – se vogliono possono esserci, l’assemblea è aperta. Ma la piazza la fanno le forze sociali”. L’assemblea è “aperta ad associazioni laiche e cattoliche, ai sindaci e a tutti quelli che vogliono partecipare. Ci saranno, solo per citare alcuni, Anpi, Acli, Arci, Libera, la comunità di Sant’Egidio, il Forum disuguaglianze e diversità, Sbilanciamoci, la Rete pace e disarmo. Poi Roberto Gualtieri, sindaco di Roma e presidente di Ali, le Autonomie locali italiane. La sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, delegata alla pace per Anci. E tanti altri”.
Ma l’invito a Schlein e Conte non è partito: “Non è una scelta di esclusione, ma di continuità con il cammino di questi anni. La Cgil è stata tra i primi a schierarsi contro l’invasione della Russia e per la pace in Ucraina. Per noi oggi valgono ancora le rivendicazioni di EuropeforPeace del 5 novembre 2022, la più grande manifestazione di cittadini e associazioni in Europa che riempì piazza San Giovanni per chiedere il cessate il fuoco, di aprire negoziati, di non aumentare le spese in armi, di bloccare la corsa agli armamenti nucleari, per spingere l’Italia e l’Europa alla diplomazia”. “La Cgil da sempre – spiega infine il sindacalista – è schierata per lavoro, pace, democrazia e difesa dello stato sociale. Servono politiche europee comuni su difesa, economia, fisco, politiche industriale, tutela dell’occupazione. Perché la guerra poi la pagano i lavoratori e i cittadini. Ecco perché chiamiamo anche i sindaci. Perché temiamo, come loro, che il riarmo tagli la spesa sociale e i servizi. Per noi è inaccettabile. La sicurezza non la fanno le armi, ma il lavoro e i diritti. Soprattutto senza un disegno di difesa comune a livello europeo” conclude Landini.
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