Natale col segno + in Friuli
Il 2023 è stato un buon anno per gli albergatori del Friuli Venezia Giulia, anche se alcune destinazioni hanno faticato più di altre. A dirlo è la presidente di Federalberghi, Paola Schneider, al termine di un anno che ha fatto registrare il record storico di presenze per la regione, superando quota 10 milioni. Numeri che potrebbero crescere in questi giorni di festa: secondo i dati comunicati dalla Regione, solo le prevendite degli skipass per gli impianti sciistici di Sella Nevea, Zoncolan, Tarvisio e Piancavallo, concluse il 4 dicembre, hanno portato un incasso di oltre 1 milione 345 mila euro, il 71 per cento in più di quanto registrato lo scorso anno. “Quest’ultimo scorcio dell’anno sta andando abbastanza bene, ma non c’è il tutto esaurito anche perché c’è poca neve e tanti aspettano l’ultimo momento per prenotare le ferie contando sulle offerte last minute. Peccato per la mancanza di neve, ma in generale siamo soddisfatti”, racconta Schneider a “Nova”. Ad apprezzare un soggiorno in Friuli Venezia Giulia sono stati soprattutto gli stranieri: in estate i turisti provenienti da Austria e Germania sono cresciuti del 6,8 per cento, arrivando a quota 2,3 milioni. In crescita anche gli anglofoni, con il + 62 per cento degli arrivi dall’Irlanda, grazie anche al nuovo volo Trieste-Dublino inaugurato a marzo, e il +29,3 per cento dal Regno Unito. Aumentano del 25 per cento, invece, i turisti provenienti dall’Est Europa: Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria rappresentano il terzo mercato della regione dopo quello tedesco. A fare più fatica è stata la montagna, soprattutto a causa delle frequenti piogge di luglio. “Abbiamo cercato di recuperare, ma ci sono stati momenti abbastanza difficili. Adesso c’è il problema della frana di Passo Monte Croce Carnico, tra Italia e Austria, che penalizzerà il turismo non tanto invernale, ma estivo”, avverte la presidente di Federalberghi. “Spero che per allora qualcosa venga fatto. È difficile che sia ripristinata integralmente la strada, ma bisognerà trovare delle alternative”. In generale, le criticità maggiori le hanno affrontate le località più piccole, anche se lo sviluppo di un turismo “lento” e fuori dai soliti itinerari le sta premiando. “Il turismo adesso si spalma sul territorio – spiega Schneider – prima si andava sempre nelle solite destinazioni turistiche, ora invece la gente riesce a informarsi meglio, attraverso i canali social, e anche in alcuni paesini le persone che passano si fermano alla ricerca di tipicità. Soprattutto con le bici e le e-bike oggi si può andare dappertutto”. Un bilancio positivo, dunque, ma che può ancora migliorare, investendo sulle strutture ricettive e sul personale. Per Schneider, c’è un problema di ricambio generazionale, che si aggiunge alla continua carenza di personale qualificato. “In montagna abbiamo anche il problema di riammodernare gli alberghi”, conferma la presidente. “Stiamo facendo delle proposte per avere la possibilità di spendere le risorse a disposizione: creare un nuovo albergo va bene, ma ristrutturare gli alberghi storici è molto costoso”.
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