Pakistan: il governo si è dotato di un sistema di controllo e soppressione dei contenuti online
Il governo del Pakistan ha riferito al parlamento di aver attivato un sistema di gestione del web (Wms) che consente alle autorità di bloccare contenuti e controllate il traffico Internet alla fonte sulla base di considerazioni legate alla sicurezza nazionale. Come ricorda il quotidiano “Nikkei”, il mese scorso l’applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp ha smesso temporaneamente di funzionare nel Paese dell’Asia meridionale, che all’inizio di quest’anno ha bloccato anche la piattaforma sociale X. Nei giorni scorsi Whatsapp è tornato a funzionare, ma la velocità di Internet in Pakistan è calata dal mese scorso del 30-40 per cento circa, causando disagi ad attività economiche e privati cittadini. Le autorità pakistane avevano inizialmente attribuito il rallentamento di Internet sul territorio nazionale al danneggiamento di alcuni cavi Internet sottomarini, ma secondo “Nikkei” è più probabile un nesso con l’introduzione del nuovo sistema di controllo del web, che sarebbe costato a Islamabad circa 108 milioni di dollari per la sola acquisizione e installazione. L’adozione del nuovo sistema di controllo dei contenuti web è stato già denunciato da attivisti e associazioni per i diritti civili come una drastica stretta censoria da parte delle autorità pakistane. Un rappresentante anonimo di un fornitore di servizi web pakistano ha dichiarato a “Nikkei” che “il vecchio metodo per il blocco dei siti web in Pakistan era primitivo e non era applicabile su larga scala. Per questa ragione il governo ha installato un Wms, che consente il blocco di siti e servizi web in massa”. Il nuovo sistema ha già suscitato paragoni tra il Pakistan e il “Grande firewall” adottato dalle autorità cinesi sin dal 1998.
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