Rubio in missione diplomatica nei Caraibi, focus su sicurezza ed energia

Mar 27, 2025 - 05:50
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Rubio in missione diplomatica nei Caraibi, focus su sicurezza ed energia

Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, inizia oggi una missione istituzionale nei Caraibi che si svolgerà in Giamaica, Guyana e Suriname e sarà incentrata sul contrasto alla migrazione e alla criminalità e sul rafforzamento della cooperazione commerciale. Su quest’ultimo punto, l’obiettivo è più precisamente assicurare alle nazioni caraibiche la sicurezza energetica, eliminando la dipendenza dal Venezuela e favorendo gli investimenti statunitensi nel settore. Il tutto senza dimenticare la “grade sfida” della crisi politica e di sicurezza in corso ad Haiti. Il viaggio, nelle parole di Rubio, è pensato per “portare avanti le priorità di politica estera del presidente Donald Trump nei Caraibi”: sfruttamento delle risorse petrolifere, freno alla presenza cinese, contrasto al traffico di armi e droga e alla migrazione illegale. Rubio – di origini cubane e a lungo senatore della Florida – vanta profondi legami con l’America latina e i Caraibi, e con le rispettive comunità residenti negli Usa, e il mese scorso ha effettuato proprio nella regione il suo primo viaggio da segretario di Stato, visitando Guatemala, Panama, Costa Rica, El Salvador, e concludendo il tour in Repubblica Dominicana, proprio in prossimità dei Caraibi. Un’area che, ha spiegato l’inviato speciale per l’America Latina Mauricio Claver Carone descrivendo la missione odierna, rappresenta “il nostro terzo confine, che in alcuni casi diventa il primo se consideriamo le rotte marittime. Dal punto di vista commerciale, è il nostro primo confine. Conosciamo le opportunità e le sfide di questa regione”, ha detto.

La “grande opportunità”, ha spiegato Claver Carone, è la sicurezza energetica: “Siamo in un momento storico per i Caraibi in merito alla sicurezza energetica, che ha segnato negativamente lo sviluppo economico di questi Paesi con prezzi di elettricità ed energia eccessivamente alti”. Inoltre, Claver Carone ha menzionato “le pratiche di estorsione” della venezuelana PetroCaribe, che hanno reso dipendenti i Paesi caraibici dal petrolio di Caracas. Tutto questo, ha detto l’inviato speciale, è “finito” e adesso c’è una opportunità storica per migliorare le vite delle persone e le relazioni con gli Usa. La prima tappa di Rubio, oggi, sarà in Giamaica, solido alleato di Washington e partner chiave nel contrasto alla criminalità: una nazione chiave per la sicurezza marittima e delle rotte commerciali provenienti dal Canale di Panama, ma anche per il traffico di sostanze stupefacenti e quello di armi. A Kingston Rubio incontrerà anche i leader di Haiti (Jean Alphonse Fritz, presidente del Consiglio di transizione, Cpt); Barbados (la premier Mia Mottley) e Trinidad e Tobago (il primo ministro e ministro dell’Energia, Stuart Young).

Nel dialogo con le autorità haitiane, l’obiettivo è assicurare che la polizia nazionale e il governo di transizione abbiano il sostegno necessario per affrontare le bande armate. “Alla fine è importante non solo per la sicurezza degli Usa, ma per quella di tutti i Caraibi”, ha detto Claver Carone. Gli Usa, ha spiegato, “stanno sviluppando una strategia per poter continuare a sostenere la polizia nazionale” e questo tema sarà oggetto delle riunioni con i partner dei Caraibi, “per ascoltare cosa ne pensano e come possiamo agire insieme”. La missione di Rubio sottolineerà l’urgenza della situazione ad Haiti e la necessità di frenare le gang perché non prendano il controllo dell’intera capitale Porto Principe ed espandersi oltre.

Con Barbados – presidente di turno della Comunità dei Caraibi (Caricom) – Rubio si dedicherà ai principali dossier regionali, nell’ottica di approfondire in seguito le relazioni bilaterali con ogni nazione caraibica. L’obiettivo del colloquio con le autorità di Trinidad, invece, è quello di “rivitalizzare le opportunità di collegate al gas” per rispondere alle sfide poste dal Venezuela e assicurare che queste non danneggino lo sviluppo economico del Paese. Un tema di strettissima attualità, soprattutto in Guyana, dove Rubio si recherà per la seconda tappa del viaggio. Il Paese è attualmente in disputa con il Venezuela di Nicolas Maduro per la sovranità sulla regione Essequibo, un’area particolarmente ricca di petrolio su cui il governo guyanese ha concesso licenze a Exxon Mobil e altre multinazionali. “Questo Paese è destinato a diventare il primo produttore di petrolio pro capite nel mondo, superando Qatar e Kuwait.”, ha detto l’inviato Usa, definendo il Paese “attualmente la più grande opportunità (per il petrolio) offshore”.

La sicurezza del Guyana è una “alta priorità” per il governo Usa, ha spiegato l’inviato speciale, e “vogliamo lavorare con le autorità locali per garantirla”. Secondo le anticipazioni fornite dal dipartimento di Stato, l’intenzione di Rubio è negoziare un accordo di cooperazione sulla sicurezza “simile a quello in atto con i Paesi del Golfo” in ottica di deterrenza dell’Iran. “Abbiamo visto le minacce dal Venezuela e l’avvicinamento alle strutture di Exxon. È inaccettabile e vogliamo lavorare per migliorare la cooperazione in materia di sicurezza”. “Sarebbe una situazione win-win, e penso che sarà al centro dei colloqui di Rubio”, ha detto Claver Carone. L’amministrazione precedente, guidata da Joe Biden, ha spinto per le rinnovabili in Guyana, ma, ha spiegato Claver Carone, “noi vogliamo che il Paese prosperi e si sviluppi. Le rinnovabili sono complementari e non possono sostituire gli idrocarburi”.

Altro tema è il contrasto dell’influenza cinese nell’area. Pechino ha rafforzato la propria presenza attraverso investimenti diretti e un meccanismo che garantisce ai cinesi l’opportunità di ottenere la cittadinanza in alcuni Paesi dei Caraibi. “Abbiamo osservato con preoccupazione molto movimento di cittadini cinesi e iraniani, e di altri Paesi che minacciano la nostra sicurezza nazionale e di tutta la regione”. A questo scopo, gli Usa insisteranno sulla cooperazione in materia energetica, per abbassare i prezzi dell’elettricità e fornire autosufficienza alla regione nella produzione e nella distribuzione, “così che queste nazioni non facciano affidamento su programmi di cittadinanza tramite gli investimenti, che attraggono attori nefasti da Cina, Iran e altri paesi”.

La visita di Rubio arriva a poche settimane dalla nomina del ministro degli Esteri del Suriname, Albert Ramdin, come segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa): un ruolo ottenuto sorpassando nei consensi il candidato favorito da Washington, il paraguaiano Ruben Rami Lezcano. Inoltre, la visita si inserisce in un anno di cambiamenti politici: nel corso del 2025 saranno cinque i Paesi della regione a votare per rinnovare la presidenza, e tra questi ci sono Suriname, Giamaica e Guyana. D’altra parte, alcune misure varate da Trump hanno preoccupato i leader della regione, che venerdì scorso, 21 marzo, si sono riuniti in un vertice straordinario. In particolare, i leader dei Caraibi hanno respinto la possibilità che siano revocati i visti ai funzionari stranieri incaricati di assumere i medici cubani, molto presenti in diversi Paesi dei Caraibi ed essenziali per sostenere i rispettivi servizi sanitari.

C’è poi la possibilità che l’amministrazione Trump applichi delle restrizioni di viaggio a diversi Paesi, tra cui anche nazioni caraibiche come San Cristoforo e Nevis e Santa Lucia. Inoltre, la decisione di Trump di revocare le licenze a diverse multinazionali del petrolio operative in Venezuela e l’introduzione di dazi del 25 per cento a Paesi che importano petrolio venezuelano potrebbe ripercuotersi su alcune economie della regione. Trinidad e Tobago, per esempio, ha in essere un progetto di estrazione di gas naturale nelle acque territoriali venezuelane, sviluppato con Shell e approvato nel 2023 dal dipartimento del Tesoro.

A testimonianza della rinnovata attenzione all’America Latina nella politica estera statunitense, negli stessi giorni della missione di Rubio si svolge anche quella della segretaria del dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) Kristi Noem in tre Paesi della regione: El Salvador, Colombia e Messico. Il dossier principale è quello legato alle migrazioni: il governo del Salvador, dove si svolge la prima tappa, ha accolto i 238 migranti venezuelani espulsi e accusati di essere parte dell’organizzazione criminale Tren de Aragua. L’accordo prevede che, in cambio del trattenimento di tali migranti “pericolosi” nel Salvador, Washington offra una somma di denaro. Noem visiterà il Centro di confinamento al terrorismo (Cecot), mega-prigione dove sono ospitati questi e altri presunti criminali, e terrà una riunione bilaterale con il presidente Nayib Bukele.

Colombia e Messico, a seguire, sono due dei Paesi finiti al centro della questione migratoria. Bogotà, protagonista di una brevissima crisi diplomatica sul trattamento “degradante” dei migranti espulsi, ha successivamente organizzato diversi voli di rimpatrio. Il Messico di Claudia Sheinbaum, condividendo il confine con gli Usa, è interessato dalla questione per collaborare sui respingimenti, i pattugliamenti alla frontiera e i rimpatri dei migranti di nazionalità terze. Noem, tra le altre cose, ha annunciato alcune settimane fa la costruzione di un altro pezzo di muro con filo spinato per frenare i migranti che tentano illegalmente l’ingresso negli Usa dal Messico. Le altre questioni sul tavolo sono il traffico di droga – in particolare il fentanyl – verso gli Usa, il traffico di armi verso il Messico e la presenza di cartelli messicani sul territorio statunitense.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv