Sud Sudan: il partito di Machar ritira l’appoggio al governo di coalizione, vacilla l’accordo di pace

Il Movimento di liberazione del popolo sudanese all’opposizione (Splm-Io), principale partito di opposizione in Sud Sudan, ha sospeso la sua partecipazione del governo di coalizione del Sud Sudan, frutto dell’accordo di pace siglato nel 2018. È quanto reso noto da Oyet Nathaniel Pierino, vicepresidente del partito di cui è leader il vicepresidente Riek Machar, il quale ha precisato che l’Splm-Io non prenderà parte alle misure di sicurezza legate al processo di pace finché i funzionari detenuti non saranno rilasciati. “La caccia alle streghe politica in corso continua a minacciare l’essenza stessa e l’esistenza dell’accordo di pace”, ha affermato Pierino in una dichiarazione. L’annuncio giunge dopo che almeno 21 civili, tra cui due donne e due bambini, sono stati uccisi in un bombardamento aereo nella città di Nasir, nello Stato dell’Alto Nilo, nel nord-est del Sud Sudan. Lo hanno riferito funzionari locali e residenti all’emittente “Radio Tamazuj”, secondo cui un sopravvissuto rimane in condizioni critiche. I testimoni hanno accusato le Forze di difesa popolare del Sud Sudan (Sspdf) e le Forze di difesa popolare dell’Uganda (Updf) di aver compiuto l’attacco che, a loro dire, ha preso di mira aree residenziali e distrutto delle abitazioni.
Il Sud Sudan è formalmente in pace da quando un accordo di pace del 2018 ha posto fine a una guerra civile durata cinque anni, che ha contrapposto le forze fedeli al presidente Salva Kiir a quelle del primo vicepresidente Riek Machar, causando la morte di circa 400 mila persone. Tuttavia, i rapporti tra i due rivali politici – che da decenni dominano la scena politica del Paese – restano tesi e sono nuovamente precipitati il mese scorso in seguito all’arresto di alti funzionari, tra cui il ministro del Petrolio, Puot Kang Chol, il ministro per la Costruzione della pace, Stephen Par Kuol (in seguito rilasciato), il vice capo dell’esercito Gabriel Duop Lam – che è anche il capo di Stato maggiore ad interim dell’Splm-Io, il principale gruppo armato di opposizione firmatario dell’accordo di pace – e altri alti ufficiali militari alleati di Machar, la cui residenza è inoltre presidiata da ingenti forze di sicurezza. Sullo sfondo ci sono i violenti combattimenti che sono scoppiati lo scorso 4 marzo a Nasir, una piccola città nello Stato nord-orientale dell’Alto Nilo, che hanno visto contrapposti l’esercito sud sudanese e i giovani dell’Esercito Bianco, una milizia formata da combattenti di etnia nuer e considerata vicina a Machar. Tuttavia, mentre quest’ultimo nega ogni responsabilità per queste violenze, il capo di Stato maggiore delle sue forze armate, il tenente generale Gabriel Duop Lam – numero due dell’esercito sud sudanese dal 2022 – è stato arrestato presso il quartier generale dell’esercito a Giuba, in quanto l’esercito sud sudanese accusa l’Splm-Io di sostenere l’Esercito Bianco.
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