Egitto: il calo dei transiti dal Canale di Suez continua a pesare sull’economia

Dic 30, 2024 - 07:05
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Egitto: il calo dei transiti dal Canale di Suez continua a pesare sull’economia

Le tensioni in Medio Oriente non hanno contribuito a far migliorare i dati macroeconomici dell’Egitto, soprattutto per gli effetti della riduzione del transito di navi lungo il Mar Rosso, a causa degli attacchi dei miliziani yemeniti Houthi. Da ormai un anno, i combattenti filo-iraniani – a sostegno della causa palestinese, nella loro narrazione – hanno lanciato attacchi contro navi e mercantili in transito nel Mar Rosso, porta d’accesso al Canale di Suez per il traffico proveniente dal sud-est asiatico, rendendo insicura la rotta e preferendola al Capo di Buona Speranza. La crisi geopolitica perdurante in Medio Oriente ha provocato perdite per 8 miliardi di dollari dalle entrate del Canale di Suez, voce significativa del Pil egiziano. Il perdurare delle tensioni si riflette sia sull’inflazione che sulle stime di crescita dell’economia egiziana delle principali agenzie di rating. 

Il tasso d’inflazione dei prezzi al consumo nelle aree urbane dell’Egitto è sceso al 25,5 per cento a novembre, segnando il livello più basso da dicembre 2022 e un calo rispetto al 26,5 per cento di ottobre 2024. Il tasso d’inflazione è sceso al 25 per cento a novembre su base annua, in calo rispetto al 26,3 per cento di ottobre. L’inflazione aveva iniziato a salire vertiginosamente all’inizio del 2022 dopo la guerra russo-ucraina, spingendo gli investitori stranieri a ritirare miliardi di dollari dai titoli egiziani. L’inflazione nelle città egiziane ha raggiunto il massimo storico del 38 per cento nel settembre 2023. Fitch Solutions ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Pil reale dell’Egitto nell’anno fiscale in corso 2024/2025, dal 4,2 al 3,7 per cento. Nel recente rapporto sul rischio egiziano, Fitch Solutions spiega che sulla previsione ha avuto un impatto l’andamento dell’economia nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023/2024, che si è concluso il 30 giugno 2024, e alle interruzioni dei transiti nel Canale di Suez. Nonostante la stima in calo, per Fitch Solutions l’economia dell’Egitto si sta riprendendo, ma con un ritmo più lento del previsto. Il rapporto di Fitch prevede un incremento delle esportazioni non petrolifere e un aumento degli investimenti che dovrebbero crescere al di sopra del tasso del 2,4 per cento registrato nell’anno fiscale 2023/2024. Inoltre, per l’anno fiscale 2025/2026, che prenderà il via il primo luglio 2025, Fitch Solutions prevede una crescita del Pil reale dell’Egitto del 5,1 per cento, in aumento rispetto alla precedente previsione del 4,7 per cento. La previsione di Fitch Solutions sull’economia egiziana è in linea con quella del Fondo monetario internazionale che al termine della quarta revisione del programma Extended Fund Facility – che prevede l’erogazione di 8 miliardi di dollari in 46 mesi – a novembre scorso ha sottolineato che le tensioni geopolitiche regionali in corso rendono difficili le prospettive economiche per la regione, compreso l’Egitto. L’instabilità regionale continua a causare cali sostanziali fino al 70 per cento delle entrate del Canale di Suez, una fonte significativa di valuta estera per l’Egitto. Nella recente missione tecnica dell’Fmi in Egitto, i funzionari hanno sottolineato che “il numero crescente di rifugiati sta aumentando le pressioni fiscali sui servizi pubblici, in particolare sanità e istruzione. Malgrado il contesto internazionale, “le autorità hanno implementato riforme chiave per preservare la stabilità macroeconomica. L’unificazione del tasso di cambio da marzo ha facilitato le importazioni”, ha sottolineato l’Fmi nella revisione di novembre. La Banca centrale d’Egitto “ha ribadito il suo impegno a sostenere un regime di tasso di cambio flessibile per proteggere l’economia dagli shock esterni. Inoltre, un sostanziale inasprimento della politica monetaria ha contribuito a contenere le pressioni inflazionistiche, sebbene i progressi siano stati temporaneamente frenati dagli aumenti dei prezzi”. Per il futuro, secondo l’Fmi, “l’attenzione deve rimanere rivolta a garantire che l’inflazione abbia una ferma tendenza al ribasso verso l’obiettivo di medio termine”. La chiave di volta per l’economia egiziana può essere rappresentata dalla privatizzazione. “Promuovere lo sviluppo del settore privato come motore principale della crescita futura è fondamentale per garantire una stabilità macroeconomica duratura, creare posti di lavoro e sbloccare il potenziale economico dell’Egitto a beneficio di tutti gli egiziani”, per l’Fmi. A inizio dicembre, il primo ministro egiziano, Mustafa Madbouly, ha annunciato che presto sarà presentato un piano di privatizzazione, che includerà anche la quotazione in borsa di tre o quattro società delle Forze armate. In particolare, il governo è pronto a privatizzare le società dei militari Wataniya e Safi. La prima gestisce stazioni di servizio e si occupa della commercializzazione di prodotti petroliferi. La società ha 279 stazioni di servizio in tutto il Paese e ne sta costruendo altre 15. La seconda, Safi, è attiva nell’imbottigliamento di acqua naturale, olio extravergine di oliva e nei vasetti per sottaceti, e ha 24 punti vendita nella Grande Cairo. Queste due società fanno parte di un programma di privatizzazione, avviato dal governo egiziano nell’ambito del piano di riforma economica legato all’accordo di prestito con il Fondo monetario internazionale.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv