Intesa Sanpaolo: utili oltre i nove miliardi nel 2025. Messina: Noi lontani dalla confusione attuale
Intesa Sanpaolo archivia il 2024 con un utile netto pari a 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2 per cento rispetto allo scorso anno, rettificandolo per le componenti non ricorrenti e le predette azioni gestionali. L’attuazione del Piano di Impresa 2022-2025 di Intesa Sanpaolo “procede a pieno ritmo”, la banca prevede così un utile netto per il 2025 “ben oltre i 9 miliardi di euro”. Questi i numeri dei risultati finanziari consolidati al 31 dicembre 2024 dell’Istituto bancario di Piazza San Carlo. Intesa propone all’Assemblea dividendi complessivi pari a 6,1 miliardi di euro e buyback pari a due miliardi di euro da avviare a giugno 2025. Il payout ratio cash è pari al 70 per cento dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa. La banca prevede anche un ulteriore distribuzione per il 2025 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali; infatti, grazie a “un significativo” capitale in eccesso, a fine 2025 verrà valutata la percentuale da distribuire agli azionisti. Intesa Sanpaolo, infine, non intende proseguire nessuna acquisizione o fusione. L’amministratore delegato Carlo Messina è stato chiaro: “Stiamo avendo ottimi risultati pur senza acquisizioni. Non ne abbiamo bisogno. Vogliamo essere lontani dalla confusione attuale”.
I risultati del 2024 “segnano il nostro migliore risultato di sempre anche per l’attività assicurativa, con una grande crescita delle commissione”. Quindi, nel marasma del risiko bancario che sta coinvolgendo diversi Istituti bancari nel paese, il numero uno di Intesa Sanpaolo ha ribadito la volontà di non partecipare a acquisizioni e fusioni sul mercato italiano e estero. Messina intende perseguire il proprio modello di business e continuare a investire nella crescita interna. Oltretutto, come ribadito anche dall’ad, vi è anche una condizione determinata dall’Antitrust, per cui “sarebbe difficile fare operazioni capaci di creare valore”. E ancora, sulle quote di Generali “non abbiamo nessun interesse” perchè “non è così che Intesa Sanpaolo opera” ha replicato Messina. La posizione di Intesa non provocherebbe alcuna delusione per gli investitori, che invece “hanno dimostrato, con la rivalutazione del nostro titolo, che siamo oggi una leadership indiscutibile in Europa”. Insieme a Bbva e Santander “il titolo di Intesa Sanpaolo è il maggiore in borsa” ha osservato l’ad. Gli investitori infatti apprezzeremmo il modello di business. L’Istituto bancario avrebbe ancora “tantissimo valore”, in particolare – ha spiegato l’ad – sul fronte commissioni e sul reddito dell’assicurazione. E, quindi, “io penso che ci sosterranno in ogni caso”.
Il vertice di Intesa Sanpaolo ha ribadito ottimismo sulla posizione del governo italiano in ambito internazionale, sulla crescita del Pil che potrebbe “raddoppiare” nel 2025 e – anche – sulla questione dei dazi, dove occorre “aspettare e vedere”. L’Italia, con l’attuale governo “ha una leadership molto riconosciuta dagli investitori. Giorgia Meloni ha un prestigio unico tra gli investitori internazionali” ha evidenziato Messina. “Ognuno fa la sua parte per mantenere questo paese in una posizione di leadership e giocare un ruolo di salvaguardia in un contesto europeo che dimostra fragilità” ha aggiunto. Sui dazi, invece, ci sono variabili che “non necessariamente portano a risultati negativi. Portano incertezze, ma aspetterei di vedere cosa succede per capire se ci saranno risultati positivi o negativi”. Secondo l’ad infatti “inevitabilmente” i consumi riprenderanno, i tassi di interesse scenderanno e il Pnrr verrà accelerato. L’Italia, così, avrebbe un’occasione “unica” per acquisire una leadership europea con prospettive di crescita nel 2025.
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